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L’AUTOPALPAZIONE PER PREVENIRE IL TUMORE AL SENO!

L’autopalpazione del seno è il primo strumento di prevenzione del tumore alla mammella e consente di conoscere l’aspetto normale del proprio seno e di notare qualsiasi cambiamento ed eventuali irregolarità.

L’autopalpazione al seno può essere effettuata autonomamente ed è consigliata, a partire dai 20 anni d’età, almeno una volta al mese, nel momento di minore tensione mammaria, ovvero una settimana dopo la fine del ciclo mestruale se si è in età fertile oppure in qualsiasi periodo del mese se si è in menopausa o in gravidanza.

Scegliere il momento più adatto è di fondamentale importanza: il seno, infatti, subisce dei cambiamenti in base ai livelli ormonali che possono portare risultati errati con la palpazione. 

I nostri specialisti ti aiuteranno a capire come si esegue l’autopalpazione e restano a disposizione per un’illustrazione vis à vis.

Per fase di osservazione si intende la valutazione visiva del seno davanti a uno specchio. 

Anche se le mammelle non sono perfettamente uguali, qualsiasi alterazione della loro simmetria deve essere considerata con attenzione. 

Questa fase permette di notare eventuali irregolarità  come i cambiamenti di forma, colore e consistenza, come ad esempio l’aumento di volume,  pelle a buccia d’arancia o rossori particolari.

L’osservazione è da eseguire in diverse posizioni:

  • Con le spalle rilassate e le braccia lungo i fianchi
  • Con le braccia dietro la testa
  • Con le braccia alzate sopra la testa.

Per fase di palpazione si intende tastare con mano la mammella al fine di poter percepire eventuali noduli.

Per eseguire una corretta palpazione è necessario: 

  • Piegare il braccio del seno che si vuole esaminare, tenendo una mano dietro la nuca e il gomito puntato lateralmente
  • Palpare la mammella con i polpastrelli di indice medio e anulare uniti
  • Compiere piccoli movimenti circolari su ogni quadrante della mammella, aumentando gradualmente la pressione
  • Compiere con la mano dei movimenti dall’alto verso il basso
  • Compiere movimenti che vanno dai capezzoli verso l’esterno, tracciando una sorta di stella 
  • Esaminare il cavo ascellare e la zona vicina allo sterno.

I movimenti circolari delle dita permettono di rilevare eventuali noduli e indurimenti del tessuto mammario. È importante ricordare che la fase di palpazione deve essere eseguita sia in posizione eretta che in posizione supina. 

La palpazione si conclude con l’esame del capezzolo. Questa analisi consiste nel premere con delicatezza il capezzolo tra indice e pollice per verificare possibili fuoriuscite di liquido ed eventualmente controllare il colore della secrezione. 

L’autopalpazione del seno rappresenta quindi il primo passo nella diagnosi delle alterazioni delle mammelle ma spesso può non bastare. 

Se dovessero risultare irregolarità nella forma e nell’aspetto o rilevarsi noduli al seno o all’ascella, deformazioni o secrezioni dal capezzolo, o anche semplicemente si avessero dubbi, è fondamentale rivolgersi al proprio medico e fissare un controllo senologico.

L’autopalpazione ovviamente non va a sostituire le normali visite di controllo che, soprattutto se si hanno casi in famiglia di tumore al seno o un’età maggiore di 40 anni, è consigliata 1 volta l’anno.

Solo attraverso esami strumentali come la mammografia e l’ecografia senologica è infatti possibile rilevare con sicurezza la presenza di noduli, cisti mammarie o calcificazioni. 

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